Più volte in questo blog, e non solo, ho letto che, tutto sommato, tra Eastern Conference e Western Conference non ci sono poi tutte queste differenze. E' vero che a Est si passa ai playoff con più facilità, ma la guerra sarebbe più dura dato il livello più o meno omogeneo della maggior parte delle squadre contendenti, cosa che non si verifica a Ovest.
Più volte dunque non mi sono trovato d'accordo con chi diceva ciò.
Non sono un grande amante dei numeri (anche se negli "sport americani" bisogna farci i conti, in tutti i sensi), ma in questa particolare "disputa" parlano chiaro.
E' vero che sembra che a Est ci sia più equilibrio, con al massimo tre-quattro squadre irraggiungibili (nomi a caso: Cleveland, Atlanta, Boston, Orlando) e le altre a giocarsela dal quinto fino all'ottavo posto, mentre a Ovest le prime otto-nove sono squadre generalmente superiori alle ultime sette-otto. Tutto accettabile. Ma bisogna anche vedere come è nei fatti l'equilibrio dell'Est. Perché, dando un occhiata alle classifiche di Conference, le ultime tre squadre della Eastern, Milwaukee, Detroit e Charlotte, hanno tutte record negativo (rispettivamente 45,8; 42,3 e 41,7). Cosa che negli ultimi anni è stato uno standard. Così come è uno standard che dalla nona in giù le possibilità di arrivare ai playoff non sono chiuse anche se si tratta di stagioni semifallimentari. Toronto ci può ampiamente sperare nonostante le 17 sconfitte in 29 gare; i Pacers, squadra pessima, sono in corsa con un record di 9-15. Perfino New York e Washington (9-17 e 8-16 i loro record) hanno legittime aspirazioni. Le uniche escluse sembrano Phila e New Jersey.
Il tutto per dire che, a Est, non è necessario sforzarsi tanto per raggiungere i playoff. Dunque equilibrio si, ma verso il basso, e non di poco.
Le cose vanno molto diversamente a Ovest, dove l'ottava squadra è al momento San Antonio, che pur non cavandosela troppo bene è lì con un record di 13-10 (che varrebbe la quinta piazza a Est, davanti a Miami). I Thunders sono noni e hanno record positivo (13-12: 52%).
Ma il dato più eclatante è che Memphis, terzultima e con nessuna speranza di post season, ha un record di 11-15 (42,3%) che nell'altra Conference si legge playoff (Detroit, settima, ha record identico).
Qui non c'è livellamento, la vita è più dura e la selezione molto migliore.
A parità di risultati paga molto di più giocare dall'altra parte.
Quell'equilibrio di cui si parla a Est è falso, lo sforzo per raggiungere i playoff è ridotto al minimo dato che ci si va anche con un record decisamente più basso del 50%, e non è dettato dalla parità e dalle possibilità prestazionali delle squadre, ma dalla loro elevata mediocrità suggellata dagli scontri con le squadre dell'elite della propria conference e ancor di più dai confronti con le squadre di medio livello della Western.
Differenze
19 dicembre 2009 | Posted by Unknown alle 4:21 PM
Labels: eastern conference, western conference
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3 comments:
concordo in pieno, anche se non darei del tutto fuori dai giochi Menphis che senza l'incombenza su cosa fare di AI sembrerebbero in ripresa, il talento c'è, il gioco migliora, mai mettere limiti alla provvidenza...
ad ovest dopo che Portland è rimasta senza i due centri (e che centri, aggiungo) si potrebbe essere liberato un posto ai playoff.
a guardare la classifica però, memphis potrebbe superare gli hornets, ma davanti ad oklahoma non ce li vedo: lì il talento comincia ad essere parecchio, e con eric maynor hanno completato il backcourt.
Anche io la vedo dura per Memphis che comunque rimane un bel progetto. OKC ha avuto una bella esplosione e finalmente Durant sta dimostrando quel che vale senza prendere 30 tiri a partita.
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