Dopo la sconfitta contro Phoenix, New Orleans ha ufficializzato il licenziamento di Byron Scott e la sua sostituzione con il general manager Jeff Bower.
Diciamo la verità, era nell'aria da tempo. In particolare dalla umiliante sconfitta nei playoff passati contro Denver in casa (maggiore divario in una partita di playoff). La squadra ha scambiato Chandler con Okafor nell'estate, ma l'inizio stagione non è certo stato uno dei migliori: record 3-6, mancanza totale di gioco, e sconfitte cocenti, per esempio a New York (unica vittoria dei Knicks) e contro Toronto in casa.
New Orleans, nel giro di due stagioni, è passata da una seria contender per il titolo nba, con giovani di talento e veterani in perfetta forma, a una squadra che a fatica potrà giocare i playoff. Ma cosa è successo? Sarà davvero colpa di Scott?
Come sempre la risposta a questa domanda è no, la colpa non è del coach, che alla fine fa sempre e solo la parte del capro espiatorio. Semplicemente è successo che molti giocatori nella squadra hanno smesso di essere in forma per diversi motivi, principalmente infortuni (Stojakovic, Chandler e West), che brutte scelte dirigenziali hanno accorciato la panchina invece di allungarla, e che moltissime altre squadre nella lega si sono rafforzate a tal punto da superare di gran lunga gli Hornets (Lakers, Portland, OKC, solo per dirne alcune). Tre anni fa il panorama della lega non era certo quello di adesso, con Boston e i Lakers in crisi di identità, LeBron che vinceva il titolo a est giocando da solo, e San Antonio che beffava Phoenix grazie a contestati casi arbitrali. Le fortune degli Hornets cominciano proprio qui, e poi si confermano nella stagione successiva, quella dell'all star game proprio a New Orleans e della simultanea esplosione di Paul, West e Chandler. Poi si è navigato sulle promesse di due anni prima e sulle conferme dell'anno successivo, senza che la dirigenza cercasse davvero di rinforzare la squadra nei punti chiave (si sapeva che Stojakovic non avrebbe retto troppe stagioni come SF titolare), ma soprattutto senza accorgersi che quasi tutte le altre squadre attorno stavano creando roster migliori.
Ma alla fine chi ci rimette è il coach, come non è giusto che sia, ma come succede sempre in nba, e in tutti gli sport dove le pressioni economiche sono troppo forti, e dove un colpevole ci deve essere, sempre (e guardacaso non è mai il GM).
Confermata la maledizione del "coach of the year". Negli ultimi 10 anni si sono salvati solo Gregg Popovich (COY nel 2003) e, per ora, Mike Brown (COY nel 2009). Nell'ordine sono stati mandati a casa:
Doc Rivers (Orlando 2000)
Larry Brown (Philadelphia 2001)
Rick Carlisle (Detroit 2002)
Hubie Brown (Memphis 2004)
Mike D'Antoni (Phoenix 2005)
Avery Johnson (Dallas 2006)
Sam Mitchell (Toronto 2007)
Byron Scott (New Orleans 2008)
New Orleans licenzia Byron Scott
12 novembre 2009 | Posted by peve alle 9:28 PM
Labels: new orleans hornetts
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4 comments:
Spiace per Scott, ma ancora di più per Chris Paul. Giocatore straordinario, tra i primissimi della lega, si ritrova in una squadra mediocre e senza futuro, almeno nel breve-medio periodo.
Ricorda fin troppo la situazione di Garnett a Minnesota: speriamo lo scambino presto, è una tristezza vederlo così.
Vero, peccato anche perché gli Hornets di due anni fa facevano divertire e Scott secondo me è un buon coach...
Scott è considerato da molti l'erede di Phil Jackson, e non è escluso che se Phil dovesse ritirarsi a fine stagione, si possa vedere Scott nuovamente head coach la stagione prossima...
Eh si la storia di Paul ricorda molto da vicino quella di KG a Minnesota: una corsa verso le finals insieme a due compagni decenti, la firma dell'estensione del contratto, il baratro. In più anche New Orleans e Minneapolis si assomigliano come città e come mercati: fortissima squadra di football nfl, solo briciole rimangono per l'nba, il baseball e la nhl. Sarà dura vedere CP3 per altre 2 stagioni e mezzo agli Hornets, ma le speranze di trade sono davvero pari a zero, soprattutto considerato i free-agent che saranno sul mercato a fine stagione...
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