Celtics, cosa accadrà nei prossimi anni?

Qualche post più addietro si parlava di due grandi giocatori che (forse) quest'anno riusciremo a vedere per tutta la stagione, si spera al meglio della loro condizione fisica: T-Mac e Agent 0.

Ieri è tornato anche un'altro giocatorino di qualche conto, ovvero Kevin Garnett. La scorsa stagione per via di un serio infortunio al ginocchio era stato costretto (e costretto è la parola giusta per uno come lui) a vedere le ultime 25 partite di regular e gli interi playoff dalla panchina o dalla tribuna. E' tornato in preseason nella gara contro i Knicks, e, per quel che può valere una gara di preseason, ha fatto vedere già delle belle cose contando che dovrà recuperare la piena forma in modo diverso dagli altri: 10 punti e 8 rimbalzi in 22 minuti non sono comunque da buttare. A 33 anni recuperare da brutti infortuni non è facile, ma The Big Ticket può.

A proposito di anni, se facciamo i conti in casa Celtics, si scorge però un piccolo problemino: l'età media non è altissima, anzi è forse quella migliore (27 anni e mezzo circa); ma il problema è che le colonne portanti della squadra sono tutte sopra i trent'anni ad esclusione di Rajon Rondo. Ray Allen ha 34 anni, 33 Garnett, 32 Paul Pierce, 35 Rasheed Wallace. Tutti giocatori con un immenso talento, è verissimo. Ma l'Nba è un campionato molto fisico, e la tecnica spesso da sola non è sufficiente, o almeno non lo è durante un'intera partita. Vero che tutti questi giocatori hanno alle spalle giocatori molto fisici (Perkins, lo stesso Rondo, Tony Allen), e infatti, a mio avviso il problema non è per quest'anno, tutt'altro. Mi sembrano uno dei migliori roster in circolazione come miscuglio fra quantità e qualità (purché rimangano tutti sani).
Ma i problemi sorgeranno già dall'anno prossimo: Ray Allen ha già dimostrato di non essere più al top, Sheed garantirà sempre meno minuti, Paul Pierce e Garnett forse sono gli unici a poter dare ancora qualcosina ma hanno entrambi superato i loro anni migliori in quanto a forma fisica (non vuol dire che non possano giocare almeno un altro paio di stagioni a livelli stratosferici).
La tattica dei Celtics è stata chiara: provare a vincere tutto e subito. Gli acquisti in contemporanea di He Got Game e KG erano un chiaro segnale in questa direzione, dopo anni passati a sperimentare giovani di vario livello e a cadere anche molto in basso. L'arrivo di Sheed è un'altra chiara mossa in tal senso. E non è detto che sia sbagliata. La fece anche Miami con l'arrivo di Shaq, in parte l'ha fatta anche Cleveland (sempre con Shaq) quest'anno. Qualità e esperienza in cambio di vittorie.
Dal mio punto di vista è una politica che può essere corretta. In Nba non esistono premi consolatori, coppe varie come in Eurolega o nel calcio. Esiste solo una cosa che conta ed è l'anello dei campioni. Provare a vincerlo è l'unico scopo e se ci sono squadre che fanno di necessità virtù, provando a partire dal basso, coi giovani (come Portland, Atlanta, Orlando e forse Charlotte), cercando di inventarsi un sistema in grado di crescere sempre più a ogni stagione, c'è anche chi ha la possibilità di spendere e provare a giocarsi il tutto per tutto subito prendendo giocatori con molta esperienza, vincenti, anche se con pochi anni ancora danti (in senso sportivo ovviamente). Ognuno sceglie quale strada percorrere, ma la seconda ha un brutto effetto collaterale: si è costretti a ricominciare da capo abbastanza in fretta, quando quei vecchietti vincenti non ce la fanno più e non hanno neppure un gran valore di mercato per poter essere scambiati con un certo guadagno. Bisogna riorganizzare tutto, puntare necessariamente sui giovani, rifondare. Se si è vinto lo si fa a cuor leggero, se non si è vinto lo si fa sapendo di aver fallito. I Celtics, secondo me, si troveranno nella situazione di chi ha vinto (e forse vincerà ancora), e i tifosi dovranno solo sperare di non dover aspettare altri 20 anni prima di rivedere la propria squadra infilarsi l'anello.

0 comments:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.